14/06/2023
Le testimonianze delle famiglie calabresi, in provincia di Cosenza 50 donne hanno deciso di partorire in casa. In Calabria legge non ancora approvata.
“Ho scelto di partorire in casa per rispettare me e mia figlia, in un’atmosfera di intimità e fiducia; due ostetriche, che mi sono state accanto in questi nove mesi, si sono prese cura di me dall’inizio del travaglio fino al parto. Una scelta che per molti è considerata folle, ma consiglio a tutte le future mamme di informarsi bene, perché non è detto che l’ospedale sia il luogo più sicuro per la nascita di un bambino”.
Sono solo alcune delle testimonianze di famiglie calabresi, intervistate dall’ostetrica Silvia Puntillo e dalla docente dell’Unical Laura Corradi, che hanno deciso di condividere i loro percorsi di gravidanza e parto, la loro ricerca di libertà di scelta attraverso la conoscenza e appropriatezza delle cure. Testimonianze raccolte in un video dal titolo “Nascere e far nascere in Calabria: il diritto di scegliere”, presentato a Cosenza, nella libreria Raccontami, dalle associazioni “Gruppo Nascita”, “Infanzia e Adolescenza Gianni Rodari”, “Dall’Ostetrica” e “Laboratorio Decoloniale queer e femminista”.
Un’occasione per diffondere una cultura della nascita fisiologica e fare in modo che le donne calabresi si approprino del proprio ruolo attivo e da protagoniste rispetto alla gestione del proprio parto, denunciando le tante procedure sanitarie inutili durante una gravidanza o interventi medici non spiegati, né giustificati.
“È una questione di diritti e di libertà e sarebbe bello se ci fosse una legge nazionale a garantire il diritto alle donne di scegliere il luogo in cui partorire. Al momento – affermano le ostetriche Silvia Puntillo e Martina Montagano - la questione è demandata alle Regioni e sono cinque quelle che hanno varato leggi apposite per il parto a domicilio. Ci auguriamo che la Calabria possa essere la sesta”.
Anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità afferma che ogni donna dovrebbe partorire nel luogo che sente più sicuro e il parto in casa è “un’alternativa sicura per donne selezionate, definite a “basso rischio”, cioè con una gravidanza senza problemi e che arrivano al nono mese in buona salute. Parliamo di un evento unico che ogni donna dovrebbe poter vivere nell’ambiente che reputa più sicuro. Sono oltre dieci anni – spiega Silvia Puntillo - che le associazioni del territorio promuovono la nascita rispettata e il diritto di scelta, un diritto che potrebbe concretizzarsi con l’approvazione della legge regionale sul parto in casa e casa maternità”.
Nella provincia di Cosenza, dall’inizio dell’emergenza Covid ad oggi, sempre più donne hanno chiesto di partorire in casa, decidendo di vivere la nascita in prima persona: cinquanta hanno deciso di partorire in casa coadiuvate dal sostegno delle ostetriche Puntillo e Montagano.
“Il parto in casa - dichiara Monica Zinno, presidente dell’Associazione Infanzia e adolescenza G.Rodari - è uno dei tabù del nostro Paese, che ha delegato alle Regioni perché non in grado di produrre una buona legge nazionale a sostegno della nascita assistita, gratuita, sicura, nel luogo scelto dalla donna (prima di obiettare sulla sicurezza): basta consultare i dati epidemiologici disponibili. In Calabria nel 2017 era stata approvata la legge regionale n.240/10^ sul diritto della donna di partorire nel luogo che ritiene più` sicuro, poi l’iter si è bloccato in Consiglio regionale ed è stato fatto un passo indietro. Pensare che per anni abbiamo considerato l’ospedale come il luogo più sicuro in assoluto, anche rispetto alla nascita, mentre ora si è capito che la sicurezza non passa necessariamente da lì. Questo video, dunque, diventi occasione per dare più voce alle madri e ai loro bisogni”.
Clicca qui per guardare il video: https://www.youtube.com/watch?v=2O76HhnltUw